BUON ANNO "Giornata Mondiale della Pace"

Categoria: Eventi Pubblicato: Giovedì, 03 Gennaio 2019 Scritto da gestione

AI MINISTRI LOCALI OFS

AGLI ANIMATORI ZONALI

A TUTTI I FRATELLI E LE SORELLE DEL’OFS DI SICILIA

ALLA CONFERENZA REGIONALE DEGLI ASSISTENTI

AL PRESIDENTE REGIONALE DELLA GIFRA

e p.c. AI PADRI PROVINCIALI DI SICILIA

 

“Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: “Il Signore ti dia pace”                                          

(San Francesco, Testamento,27: FF 121)

 

OGGETTO: Giornata Mondiale della Pace

Carissimi fratelli e sorelle,

Come ogni anno verrà celebrata il prossimo 1° gennaio la Giornata mondiale della pace.  “Quali portatori di pace e memori che essa va costruita continuamente” (Art. 9 Regola Ofs) i Francescani Secolari sono per vocazione operatori di pace e di riconciliazione nella Chiesa e nel mondo. La pace emerge, quindi, come compito da realizzare continuamente nella nostra vita: ricerca della pace, costruire la pace, portare la pace.  L’essere portatori di pace è un impegno che coinvolge l’agire di ognuno di noi in modo continuo, costante, quotidiano, perché la pace non è mai conquistata una volta e per tutte. Questo significa che il nostro operare per la pace deve esprimersi nel nostro impegno nella ricerca e nell’individuazione delle fonti e delle cause, personali e sociali, che generano l’ingiustizia, l’odio, la violenza, la guerra, affinché si possa agire su di esse per eliminarle, e portare nuove fondamenta di fraternità e di giustizia.                                   

In questa ricerca il Francescano Secolare, che per vocazione, deve passare “dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo”, si lascia guidare, come Francesco, dalla parola di Dio, per la quale la pace è fondamentalmente grazia, dono di Dio, sua opera nella vita, nella storia degli uomini e nell’esistenza di ogni singolo uomo.

Francesco d’Assisi fu un uomo estremamente semplice, che comprese la vera essenza della vita. Dovunque Francesco andasse, egli saluta la gente dicendo: “Il Signore ti dia pace!”. E lo voleva d’avvero.

San Francesco visse le beatitudini di nostro Signore. L’insegnamento di Gesù “beati gli operatori di pace” rappresento la sorgente continua del suo apostolato. Poiché queste parole erano nel Vangelo, egli volle che fossero una particolare Regola di Vita per tutti i suoi fratelli e sorelle. Sin dall’epoca di Francesco, il saluto del Francescano è stato “Pax et bonum!” pace e ogni bene a voi”.

Memori di quanto ci dice la Regola: alla pace si arriva, come fece Francesco, percorrendo le vie dell’unità, delle fraterne intese e del dialogo (art. 19 della Regola Ofs).

 “E ricerchino le vie dell’unità”. Alla pace si arriva percorrendo le vie dell’unità. Ma quale unità? Certamente non quella astratta e generica che sognano i sentimentali: essa si esaurisce nella velleità di un momento e non verrà mai realizzata, perché non è ricercata con quella serietà e quel coraggio che tutte le realtà della vita richiedono. È più tosto l’unità concreta, umana, visibile di cui Cristo ci ha fatto dono mediante la sua croce, che ha riconciliato Cielo e terra; quella che ha reso attuabile affidandoci a Pentecoste lo Spirito Santo, che è Spirito di unità; quella che richiede da parte nostra attesa orante e penitente; quella che deve essere trasformata in progetto di vita per ogni Fraternità locale e per ogni Francescano Secolare. Essa è l’unità dei Figli di Dio, segno dell’unità del genere umano e mezzo attraverso il quale questa continuità si realizza.

Le vie dell’unità sono dunque per noi: la preghiera, l’attesa vigilante e l’impegno operoso. La preghiera viene a porsi come il primo passo concreto, vero e necessario, perché la pace e l’unità possano essere realizzate qui ed ora. Ne abbiamo un esempio nella storia del movimento ecumenico.

“Ricerchino le vie … delle fraterne intese”. La ricerca delle vie dell’unità, alla fine, porta gli uomini ad incontrarsi in Cristo, a riconoscersi suoi e, quindi, figli dello stesso Padre. La riscoperta della fraternità umana in Cristo è una possibilità concreta per ogni cristiano, ma ancor di più per ogni Francescano, erede del carisma di Francesco d’Assisi, di colui che è stato definito il “fratello universale” per eccellenza, fratello di tutti gli uomini e di tutte le creature. Per essere portatori di pace nel mondo d’oggi, noi Francescani Secolari, dobbiamo assumerci il compito di accogliere ogni uomo come fratello donato da Dio, prendendoci cura della sua dignità umana; e inoltre collaborare con ogni uomo di buona volontà per il conseguimento dello stesso fine comune, con animo umile e cortese.

“… attraverso il dialogo”. La Regola fonda questo dialogo nella fiducia nel germe divino che è in ogni uomo, e nella potenza trasformatrice dell’amore e del perdono. Questo dialogo “vero” ha come supporto per realizzarsi la reciproca fiducia, l’accoglienza, il rispetto, il giusto apprezzamento, la parità, l’empatia (cioè comprensione, interessamento, attenzione), la spontaneità, la flessibilità e la tolleranza di fronte alla diversità. Il dialogo è un vero dono di Dio all’uomo, nel quale questi deve permeare, affinché attraverso il dialogo con Dio e con i fratelli possa ritrovare se stesso, fratello di altri fratelli e insieme camminare nella comunione. 

Ecco, allora, il progetto che ci attende come Francescani Secolari, impegnarci ad essere creatori di pace sull’esempio di san Francesco. Se ricercare la pace non è un parlare di pace, ma un compiere, in Cristo e con i fratelli, gli atti della pacificazione, allora il dialogo si pone come il metodo più concreto per noi di compiere questi atti.

La buona politica è al servizio della pace

Nel Messaggio, per la 52esima Gionata della pace, papa Francesco va alla radice dell’impegno per il bene comune. Una La buona politica è al servizio della pace “missione”, spiega che non può prescindere dal “salvaguardare il diritto” e dall’incoraggiare “il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture”.

“” questo il tema del Messaggio. Una presa d’atto, meglio un richiamo, che sottolinea come la responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino. Consapevoli che la politica è servizio per la cura della casa comune, dell’intera società civile: essa, infatti, è lo strumento indispensabile per individuare e portare a soluzione i problemi emergenti, cercando di realizzare il massimo di bene storicamente possibile.

La Chiesa considera la politica “il campo della più vasta carità” (Pio XII), “degna di lode e di considerazione”, “da prendere sul serio”, essendo “una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano a servizio degli altri” (Paolo  VI); e quindi essa venga letta come possibilità di realizzazione, specialmente da parte dei laici cristiani, del grande comandamento dell’amore.

L’Ofs è chiaramente coinvolto dalla Chiesa in questo recupero di impegno nell’azione politica: “Siano presenti con la testimonianza della propria vita umana ed anche con iniziative coraggiose tanto individuali che comunitarie, nella promozione della giustizia, ed in particolare nel campo della vita pubblica, impegnandosi in scelte concrete e coerenti alla loro fede” (art. 15 della Regola Ofs).  Questo articolo si presenta come guida che la Regola propone sull’impegno politico dei laici francescani. Vi si sottolinea l’esigenza di una presenza qualificata nella vita politica, qui presentata come “promozione della giustizia” e “campo della vita pubblica”. Ogni Francescano secolare, all’interno della propria fraternità, deve dunque essere formato e preparato a partecipare personalmente alla vita politica, per agire nel “secolo” per il bene della comunità umana. La Fraternità è il primo laboratorio politico, luogo di incontro di persone diverse, ognuna delle quali porta in sé altrettanti modi diversi di comprendere i problemi, di ricercare e indicarne le vie di soluzione per il bene comune. Perché il fine è il perseguimento del bene comune; il senso è la difesa e la promozione della giustizia; la modalità è lo spirito di servizio; lo stile è la solidarietà che sollecita la partecipazione attiva e responsabile; e il frutto è la pace.  

Carissime sorelle e carissimi fratelli, come francescani secolari dobbiamo avvertire l’urgenza del compito di un recupero della coscienza politica e di un rinnovato impegno, a partire da ciò che la Regola propone come possibile cammino politico.   

È in questa cornice che il Consiglio Regionale suggerisce delle iniziative da realizzare durante il prossimo mese di gennaio, mese della pace: 

Carissime sorelle e carissimi fratelli, papa Francesco rimarca nel suo Messaggio che “oggi più che mai, le nostre società necessitano di artigiani della pace che possano essere messaggeri e testimoni autentici di Dio Padre che vuole il bene e la felicità della famiglia umana”, chi meglio di noi, figli di Francesco e Chiara d’Assisi, è interpellato da questa sollecitudine del santo Padre?

Rendendo grazie a Dio per le grazie e ogni bene ricevuti in questo anno che volge a termine, il Consiglio Regionale augura, alle Vostre fraternità e alle Vostre famiglie un felice anno 2019, all’insegna della pace e della Speranza.

Pace e bene  

Per il consiglio regionale

Davide Guttila

Responsabile EPM

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